Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
Camminare per cresta sul Sabotino Verso il Monte San Gabriele Skabriel e Nova Gorica

Salita al Monte Sabotino da Solkan

Tempo Lettura: 3 min

Salita al Monte Sabotino da Solkan

Partenza da Solkan (Salcano) per la Salita al Monte Sabotino. C’è un parcheggio per le autovetture dopo il secondo tornante passato il ponte sull’Isonzo. Quel ponte dove nei fine settimana si può provare l’ebbrezza del grande salto con l’elastico. E sì, già da 25 anni gli amici sloveni, hanno pensato bene di attrezzare il punto più alto sul fiume per il bung jumping… per chi è interessato a queste emozioni forti il sito top-extreme è a portata di clic.

Li vediamo sul ponte, simpatici con le loro divise colorate. Sentiamo solo l’ultimo grido di chi si getta nel vuoto, pazzi legati ad una corda. Noi invece si imbraccia bastoncini da trekking. Dopo 100 metri di salita a fianco della strada principale, prendiamo un sentiero che scende e taglia i due tornanti. Ci si congiunge alla pista ciclabile dell’Isonzo e la si segue per un paio di kilometri. Sulla sinistra, a strapiombo sull’Isonzo, si può ammirare il capolavoro architettonico del ponte ferroviario di Salcano. È il ponte ad arcata unica in pietra tagliata più lungo del mondo, con i suoi 85 m di estensione e val bene una sosta per una foto. Si prosegue e dopo una diecina di minuti su asfalto della ciclabile, si prende la traccia che si stacca a sinistra.


La salita

La salita è su mulattiera, costruita dagli austroungarici durante la prima guerra mondiale. I primi venti minuti sono di pendenza regolare. Dopo la biforcazione (San Valentin – Sabotin) l’erta a destra si fa più impegnativa. Tuttavia la salita da questa parte è meno difficile di quella percorsa nel precedente percorso fatto a piedi con partenza da San Mauro, ma certo non può dirsi una passeggiata per tutti. Dopo una mezz’ora dal bivio, arriviamo finalmente alle gallerie austroungariche, ottimamente risistemate. Sarebbe bello poterle visitare ma comunque già da fuori ci si rende conto di quello che significavano durante il primo conflitto mondiale. Si entra in una galleria più in alto, si salgono i gradini e si esce proprio sulla cima che domina la valle dell’Isonzo. Tempo per qualche foto e si scende al rifugio, che è sempre frequentata meta di gitanti della domenica e dove ci si può rifocillare e prendere fiato per una breve sosta. Il panorama è molto appagante, e domina la pianura e il Collio-Brda.

Discesa

La discesa avviene per la cresta del Sabotino fino ai resti della chiesa di San Valentino. Poi si scende ripidamente e rapidamente e si taglia la scritta TITO ben visibile dalla pianura. La tentazione di spostare qualche masso sarebbe forte .. Tanto da trasformare in DITO oppure in  TIPO o in TOTO… Tanto per scatenare le ire dei nostalgici che in SLO ci sono sempre… L’ultimo pezzo ci si aiuta con le mani per tenersi su arbusti e sulle pietre. Comunque la via è frequentatissima. Gli sloveni sono un popolo di grandi camminatori e davvero tanto più sportivi di noi italiani. E’ naturale quindi incrociare famiglie con bimbi di 4-5 anni che scalano la montagna come camosci.. Oppure allegre comitive di signore in là con gli anni, che, chiaccherando, si inerpicano sulle pietraie senza batter ciglio. Lo sport è salute praticato ad ogni età. Il movimento sprigiona energie positive nel nostro corpo e fa stare bene. Siamo fatti per stare in moto, non per giocare ad una play station. Dopo poco siamo di nuovo sulla strada che taglia il monte dal trattato di Osimo del 1954 e quindi a recuperare l’auto parcheggiata poco distante.

Foto storiche

Ho recuperato un pò di foto del Sabotino durante la Prima Guerra Mondiale. Non è difficile orientarsi ed individuare i luoghi che abbiamo percorso. I resti sono ancora intatti. Le gallerie austroungariche sono quelle delle foto. Si cammina dove, un secolo fa, due eserciti si davano battaglia. E’ d’obbligo un minuto di raccoglimento per tutti quanti sono morti su questa cima, per un ideale che probabilmente non condividevano fino in fondo. E’ bello sapere che ora invece quì passa ilPot Miru, il sentiero della pace, che unisce tutti.



 

Total distance: 7772 m
Max elevation: 594 m
Total climbing: 699 m
Total time: 02:07:26
Download file: sabotin da solkan.gpx

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.