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Vista della città di Mantova dalla sponda del Lago di Mezzo

Visita di Mantova e Palazzo Ducale

Mantova e Palazzo Ducale

Mantova e Palazzo Ducale sono state le prime “mete” per il breve viaggio tra Emilia e Lombardia dello scorso fine settimana. Mantova “protetta” dai quattro laghi che il Mincio compone. Il riflesso della città in una mattina di novembre. Un pontile che sembra voler raggiungere cotanta bellezza.

E poi nel torrione nord est del Castello di San Giorgio ecco dischiudersi a noi la meraviglia. La camera picta o  camera degli sposi di Andrea Mantegna che “scolpisce”, attraverso la pittura,  la famiglia di Ludovico III Gonzaga, rappresentandola per l’eternità. Sua moglie Barbara, il cane, i figli, la nana, fratelli e parenti,  il precettore Vittorino da Feltre. E’ una stanza quasi cubica 8×8 per 6 metri e mezzo d’altezza.

L’intelligenza spaziale ed architettonica di Mantegna, riempie due pareti con figure e le altre due con tende e broccati quasi fosse un sipario sulle altre. Lo spazio,  al suo interno,  viene esaltato dagli studi sulla prospettiva da lui compiuti. In alto,  il grande oculo dove l’azzurro del cielo, “illumina” la stanza attraverso il trompe d’oeil poi tanto amato e copiato nel Barocco.

La parte centrale è occupata dai putti che reggono la targa dedicatoria. Vi si legge: “ILL. LODOVICO II M.M. / PRINCIPI OPTIMO AC / FIDE INVICTISSIMO / ET ILL. BARBARAE EJUS / CONIUGI MVLIERVM GLOR. / INCOMPARABILI / SVVS ANDREAS MANTINIA / PATAVVS OPVS HOC TENVE / AD EORV DECVS ABSOLVIT / ANNO MCCCCLXXIIII“. Oltre alla firma “pubblica” dell’artista, che si dichiara “padovano”, la data 1474 indicata come quella della fine dei lavori, e le parole di adulazione verso Ludovico Gonzaga (“illustrissimo… principe ottimo e di fede ineguagliata“) e a sua moglie Barbara (“incomparabile gloria delle donne“).

Mantegna ci lavorò per 9 lunghi anni, dal 1465 al 1574, lui che era l’artista di corte prediletto da Ludovico Gonzaga. Per conoscerlo meglio mi sono guardato questi video di Rai Arte dove il regista Ermanno Olmi e lo storico dell’arte Marco Baliani, a mio avviso, rendono meravigliosamente a parole, la grandezza, l’unicità, il potere rivoluzionario e la modernità di questo immenso artista rinascimentale. Il Compianto del Cristo Morto custodito nella Pinacoteca di Brera è sviscerato in ogni sua sfumatura.

Entrare nella Camera degli Sposi è fare un passo indietro di 550 anni. Tutti quegli occhi che ci guardano dalle pareti sono lo sguardo impresso per l’eternità da un artista sublime. Per un attimo penso a quanti milioni di occhi si sono posati su queste figure, in questo mezzo millennio. Ci si sente davvero piccoli, in questo brivido che ci regala la storia. Sta a noi conservarlo per le generazioni che verranno, sfidando anche la mano della natura,  che con il terremoto del 2012  ha messo in grave pericolo,  tanta bellezza.

La volta e l’azzurro del cielo ci trasportano nell’infinito e con esso in una dimensione spirituale altissima.

La visita è poi proseguita a Palazzo Ducale. Sulla scala di accesso mi hanno colpito molto le parole e le impressioni scritte da artisti che hanno visitato Mantova nel tempo.

La sala dello zodiaco a Palazzo Ducale a Mantova è una stanza da cui non si vorrebbe mai uscire.

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Meravigliose anche le altre sale del Palazzo, dove lo sfarzo e la magnificenza rinascimentale di corte sono di casa in ogni angolo.

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