Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
La Parete delle Croci a Monte Santo

Salita al Monte Santo (Sveta Gora)

Dopo le recenti esplorazioni del Monte San Gabriele e del Monte Sabotino, mancava all’appello, il terzo monte sopra Gorizia, ovvero la Salita al Monte Santo (Sveta Gora). Sulla cima c’è il famoso Santuario Mariano e il Convento Francescano ed è una meta molto affollata per credenti e non che arrivano fin quassù in corriera o per gite organizzate. Di fatto il Monte Santo conserva delle tracce veramente significative della Prima Guerra Mondiale che si è combattuta aspramente nelle cime sopra Gorizia. Il Monte Santo fu conquistato dalle truppe italiane, solo all’inizio della Undicesima battaglia sull’Isonzo, parliamo quindi dell’agosto 1917. Fino ad allora, rimase inespugnabile baluardo dell’esercito imperial regio austro ungarico.

Durante la Prima Guerra Mondiale

Il Monte Santo è disseminato da gallerie, trincee, caverne, molte delle quali perfettamente conservate e ancor oggi visitabili. Segnatamente questo itinerario è caratterizzato da una lunga galleria (260 metri di lunghezza) scavata dai soldati austroungarici per permettere il passaggio delle truppe al riparo dal fuoco italiano dal più “tranquillo” versante nord a quello della prima linea posta sul versante sud del Monte. Venne costruita pure una teleferica che portava da Grgar fino alla cima , per il trasporto di materiali e munizioni.


Monte Santo (Sveta Gora) e panorama, dall’alto

Il Tunnel / Kaverna 1.Sv.Vojna

La “Kaverna 1.Sv.Vojna” che è la galleria in questione (segnalata all’imbocco e all’uscita) non è illuminata e quindi è assolutamente necessario munirsi di torcia e adeguata attrezzatura. La prima parte è in salita e troviamo in alternativa una corda e poi un cavo, al quale potersi assicurare. Il fondo è piuttosto viscido e sdrucciolevole e va quindi prestata la massima attenzione. La visita della stessa non è propriamente adatta a tutti, anzi… Specie all’inizio il senso di claustrofobia non manca. Tuttavia il sacrificio è ripagato ampiamente dalle sensazioni che si riescono a percepire una volta dentro. Si può immaginare il lavoro immane per poterla costruire e sentire gli echi delle voci dei soldati che l’hanno attraversata, cercando scampo alla morte ed ai bombardamenti infernali che divampavano all’esterno.

La vasca d’acqua

A metà percorso circa, sulla sinistra si trova una vasca per la raccolta dell’acqua. L’acqua filtra per carsismo ed è freschissima e forse anche abbastanza pura. Non abbiamo provato a berla, ma sicuramente durante la prima guerra mondiale era una fonte imprescindibile. Nel percorso di Salita al Monte Santo proposto, praticamente all’inizio troviamo un’altra galleria più breve ma anche qui una pila è necessaria. Tra le due gallerie la traccia è, soprattutto all’inizio molto ripida poi la pendenza si attenua sensibilmente e si passa sempre a non molta distanza dalla strada asfaltata che porta in cima. Per un bel pezzo si sale dentro una trincea e poi in mezzo al bosco, lungo il trail per mountain bike. A destra, praticamente sotto la strada asfaltata, troviamo un’infinità di ricoveri, gallerie e caverne utilizzate anch’esse durante la prima guerra mondiale

Usciti dalla lunga galleria si segue il sentiero che verso sud in salita ci porta sulla cima sud del monte Santo. Qui troviamo un bellissimo punto di osservazione che domina a 360°. C’è una statua dedicata a San Francesco che apre le braccia verso il santuario in lontananza. Per facile carrareccia si arriva facilmente sulla cima del monte Santo. Prima di arrivare, troviamo il piccolo cimitero. Si arriva quindi al santuario che merita sicuramente una sosta…

Sopra ci sono delle foto scattate durante il primo conflitto mondiale. Si evince lo stato di distruzione del Santuario Mariano. Durante l’undicesima battaglia sull’Isonzo, Arturo Toscanini diresse un concerto sul Monte Santo e venne insignito per questo della medaglia d’argento al valore militare. Le truppe austroungariche non gradirono l’intermezzo musicale e bombardarono nel mentre i prodi musicisti, che dovettero interrompere anzitempo i loro intenti.

Salita al Monte Vodice

Volendo è possibile proseguire alla volta del Monte Vodice, la montagna che si erge verso nord. Dal piazzale si scende per una scalinata al parcheggio poco sotto e quindi si inizia a seguire la larga strada a fondo naturale che porta alla sella tra le due cime (tabelle) e quindi si prende la stradina centrale che dopo poche decine di metri si lascia per imboccare un sentiero segnalato che senza difficoltà ci conduce sulla cima del Vodice caratterizzata dal monumento al generale Gonzaga.


Dalla cima si prosegue verso nord per una stradina e in breve si arriva ad uno slargo da dove, proseguendo ancora verso nord in pochissimi minuti si giunge alla cima nord del Vodice, più alta dell’altra di un metro, anche questa caratterizzata da un monumento con una colonna sormontata da un’aquila. Anche qui numerose gallerie di guerra visitabili con moltissima prudenza, sia per la lunghezza che per la possibilità di crolli.


Interessante il racconto di Giuseppe Ghione sulla battaglia che qui si combattè. Tornati allo slargo si continua sulla stradina che scende verso est che con un largo giro ci riporta alla sella tra il monte Santo e il Vodice e si risale quindi verso il monte Santo. Per tornare al parcheggio o si scende per la strada asfaltata oppure la si segue per un po’ fino alla stazione XIII della Via Crucis dove sulla destra (scendendo) si imbocca un sentiero segnalato che ci riporterà proprio dove avevamo iniziato l’escursione, attraversando un terreno contraddistinto da carsismo.

Percorso di Salita al Monte Santo Sveta Gora con Tunnel

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Salita al Monte Santo e al Vodice

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8 commenti su “Salita al Monte Santo (Sveta Gora)”