Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
Stambecchi

Salita alla Cima di Terrarossa

Tempo Lettura: 4 min

La Salita alla Cima di Terrarossa è sicuramente una delle escursioni più semplici, partendo dall’Altopiano del Montasio. Il dislivello è contenuto, stiamo parlando di 900 metri circa, lasciando l’autovettura nel grande parcheggio finale. La traccia percorre una mulattiera ben segnata e, sostanzialmente, non ci sono passaggi difficili o tratti particolarmente esposti. Il rovescio della medaglia potrebbe essere che è una meta piuttosto frequentata, quindi chi cerca la solitudine delle alte vette può scegliere altre cime nei dintorni. Ad esempio il Monte Cregnedul , il Monte Zabus ed i Curtissons o, nel versante del Canin, il Picco di Grubia.

Dietrofront Lis Sieris

A dire il vero, ero partito con l’intento di percorrere un interessante anello. A quota 1925, all’ennesimo tornante, ho preso infatti, la traccia che si stacca a destra e che entra nel vallone de Lis Sieris. Il sentiero (non segnato) è sull’erba ed è piuttosto ripido. Arrivato all’attacco del vallone, ho trovato un signore tedesco che era appena sceso dalla Forca. All’imbocco c’era ancora un nevaio (il vallone è quasi sempre all’ombra). Mi ha fatto capire che è “very dangerous” sottolineando con “believe me“… Scendendo deve aver fatto qualche ruzzolone e, come si dice, deve aver visto gli stambecchi verdi, tra rocce e prati. Oltretutto, nel punto più difficile avevo già notato la targa a ricordo di una persona che ci ha lasciati nel 1985 proprio su questo punto. La roccia era anche bagnata dalle recenti piogge, onde per cui, ho girato i tacchi, non prima di aver ringraziato il signore con il multilingua Grazie Danke Hvala Thank You.

Processione senza Madonna da portare

Diciamo che era una era geologica che non incontravo così tante persone in montagna. La salita è sempre a zig zag e quindi piuttosto ripetitiva. Tuttavia, specie fino a quota 2000, le fioriture sono davvero superbe. Rododendri ed arnica su tutte, ma anche genziane, e bella nascosta ho fotografato pure una stella alpina. Mi piace far parte di questo variopinto sciame di gente che sale. Bimbi, diversamente giovani, coppie che si fermano a scattarsi selfie. Austriaci e sloveni più che friulani e italiani. A volte in silenzio, più spesso parlando ad alta voce. Ci si scambia il saluto multilingua e si prosegue, chi, come me in salita, i più mattinieri già sulla via del ritorno. Scende una piacevole brezza da nord, che allieta la fatica dei numerosi tornanti. Nei pressi dell’orrido del Huda Paliza, guardo alcuni che scattano foto al nulla. Invece no, i primi arditi stambecchi a presidiare le vette.



La cima

Dopo un paio d’ore, a passo tranquillo, di Salita, giungo finalmente alla Cima di Terrarossa. C’è già una cinquantina di persone che si è guadagnata, prima di me, il metro quadro di spazio aereo. Vado oltre e mi piazzo sopra una bella pietra che mi fa da schienale con il mio zaino che, finalmente, libero dalla sua zavorra. L’aria quassù è più rarefatta e fresca, estraggo la maglia e, assieme, qualcosa da mangiare e bere. Si sta che è un piacere, ho preservato le gambe ed il guscio anche quest’oggi. Saluto un fotografo sloveno, con tutto il suo armamentario al seguito (drone e mirrorless). Il panorama è veramente grandioso. A ovest il Modeon del Montasio , la Cima Verde del Montasio e il Jof di Montasio e poi tutta la catena fino al Monte Cimone, con lo Zabus e i Curtissons oltre la Forca di Disteis. A sud l’Altopiano e dall’altra parte della Val Raccolana il Gruppo del Canin, con Picco di Carnizza, Sart e Picco di Grubia. Ad Est il Torrione del Lis Sieris e la punta del Foronon del Buinz e maestoso, il gruppo dello Jof Fuart, con Cime Castrein ed il Nabois Grande. Lo jof di Somdogna e di Miezegnot. Più a Nord , su di un cucuzzolo, il Santuario del Monte Lussari e dietro lo Jof di Miezegnot e Monte Piper.

Safari fotografico tra gli Stambecchi

Vorrei starmene ancora un pò, ma è già tempo di andare e lasciare spazio alle nuove comitive che prendono il mio posto in prima fila. Chiudo gli occhi e mi sembra di essere al mare, ad inseguire il vento, le montagne bianche come vele spiegate con il loro spinnaker, nel cielo azzurro. Sogno o son desto o solo ubriaco di tanta bellezza? Scendo per il percorso dell’andata e perdo quota molto gradualmente. Arrivo ad un tornante e spuntano due stambecchi. Mi guardano, sono curiosi. Li ho ad un paio di metri da me, con lo sfondo del Montasio dietro. Li immortalo, non si muovono, sembrano pietrificati pure loro. E’ incredibile la fiducia che ancora ripongono nell’homo sapiens, un pò mi spaventa conoscendo di cosa sia capace la specie a cui appartengo. Ma tant’è, approfitto per scattare qualche foto anch’io e poi li vedo scattare e risalire tra crepacci e rocce esposte, con i loro zoccoli.

La discesa

Quanto la Salita alla Cima di Terrarossa, anche la discesa non è propriamente entusiasmante per varietà. Direi è oltremodo monotona, ma oggi era quello che cercavo. Incrocio tanti ritardatari, chissà se saranno poi saliti fino in cima. Poco importa, la montagna quest’anno è proprio per tante persone. Magari non sempre attrezzate. Ne ho incrociati molti con scarpe da ginnastica o da passeggio. La prossima volta saranno più attenti ai materiali. Tanti bambini, magari anche per loro la prima volta, si porteranno nel cuore questi monti e, chissà, ritorneranno anche da ragazzi e poi da uomini. Speriamo. In ogni caso, questa pandemia ci sta costringendo a riscoprire dei luoghi che avevamo dimenticato. Le nostre Giulie e i nostri monti hanno poco da invidiare al Trentino e al Cadore. Ed è un bene che la rete dei sentieri venga utilizzata e sfruttata da tante persone.

La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte.

(Guido Rey)

Total distance: 8929 m
Max elevation: 2432 m
Total climbing: 1107 m
Total time: 04:13:02
Download file: cimaditerrarossa.gpx

Rio Repepeit

Ritornando a Chiusaforte mi sono fermato per un corroborante pediluvio nei pressi delle Cascate del Rio Repepeit. Stanno facendo dei lavori di consolidamento e quindi il percorso principale è interdetto. Tuttavia aggirando e superando lo splendido ponte in pietra, si riesce ugualmente a godere del fresco della cascata principale e del refrigerio delle acque gelide che scendono nel torrente Raccolana. L’acqua mi toglie la stanchezza residua e anche un pò dell’odore misto caprone / stambecco che mi insegue. Chiusaforte è il Regno delle Cascate, per chi volesse farsene un’idea consiglio di scaricare la mappa.

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