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Sergio Mattarella e Borut Pahor davanti al Monumento Nazionale dei Martiri delle Foibe a Basovizza

Italia e Slovenia Mano nella Mano – Z roko v Roki – 13/07/2020

Tempo Lettura: 5 min

Discorso del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella

Oggi insieme al Presidente della Repubblica di Slovenia e amico, Borut Pahor, siamo a Trieste, città crocevia d’Europa per una giornata importante che ci consentirà di compiere un nuovo e decisivo passo nel progressivo rimarginarsi delle ferite che hanno a lungo, molto tempo fa, travagliato queste terre. Deporremo insieme una corona alla foiba di Basovizza, e lo stesso faremo al monumento che ricorda quattro giovani sloveni fucilati nel 1930 per ordine del Tribunale Speciale fascista.

A Trieste visiteremo il Narodni Dom, nel giorno del centenario dell’odioso incendio che lo devastò. La firma del protocollo che avvia la restituzione alla comunità di lingua slovena dell’edificio ne rafforzerà la vocazione di piattaforma di dialogo fra le culture che arricchiscono la regione del confine orientale del nostro Paese.

Rispetto per le vittime e compartecipazione al profondo dolore che avvenimenti di inaudita violenza hanno prodotto nel tessuto delle nostre comunità sono il messaggio che intendiamo inviare e il segno che desideriamo lasciare. Lutti e sofferenze hanno colpito tante famiglie. Negazione di valori fondamentali e soprusi di ogni genere hanno eretto barriere, frutto del prevalere di ideologie totalitarie.

Ricordare, onorare, riparare, riconoscersi fratelli in un destino comune rappresentano tasselli di un mosaico più ampio che in questi anni – a partire dall’incontro che qui ebbe luogo esattamente dieci anni orsono – Slovenia e Italia hanno contribuito gradualmente ma risolutamente a ricomporre, con gesti concreti e significativi, come quelli della giornata di oggi.

Parole e gesti di riconciliazione non sono solo condivisione di sentimenti di rispetto e pietà nei confronti delle vittime: ci aiutano a costruire un futuro migliore. L’arduo e faticoso “esercizio di memoria” richiede coraggio, ma è indispensabile per evitare di ricadere negli errori del passato e per allontanarci dalla barbarie che troppe volte ha caratterizzato il “secolo breve”.

Tocca a noi, per la nostra parte, indicare alle nuove generazioni che prevaricazioni, limitazioni di diritti individuali e collettivi, mancato riconoscimento dell’altrui cultura, finiscono inevitabilmente per produrre, per tutti, conseguenze catastrofiche. La memoria ci aiuta a costruire, insieme, un futuro basato anzitutto sul rispetto delle persone. Lo sappiamo : insieme possiamo fare di più e meglio, come dimostra la scelta di mettere in comune il futuro con il percorso di integrazione europea che ha assicurato pace e promosso prosperità senza eguali nella storia del nostro Continente.

L’anima profonda di questa Europa sta proprio nel dialogo fra popoli, fra culture, fra esperienze diverse che, insieme, la fortificano e le consentono di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. In questo modo le aree di confine non sono più motivi di contrapposizione ma divengono cruciali; e si manifestano come le cerniere del tessuto connettivo dell’Unione Europea. Slovenia e Italia condividono questa prospettiva e, in questi anni, hanno contribuito con impegno e determinazione allo sviluppo della famiglia euro-atlantica. Attraverso posizioni coerenti e iniziative di ampio respiro che I’hanno resa più forte, più coesa e più solidale: i valori di libertà, pace, democrazia hanno potuto così rinsaldarsi anche per i nostri popoli.

Di fronte a sfide come la pandemia in corso, i nostri Paesi sono oggi chiamati a collaborare ancor più strettamente: confidiamo che l’ormai imminente Consiglio Europeo. Attraverso strumenti consolidati e soluzioni innovative di grande respiro sappia nuovamente dimostrare che I’Europa sa interpretare la vita dei propri cittadini e li affianca nelle difficoltà. Slovenia e Italia sapranno lavorare insieme per raggiungere anche questo importante risultato.


Discorso del Presidente della Repubblica Slovena Borut Pahor

Oggi ricorre il centenario dell’incendio del Narodni Dom e della sua sottrazione alla comunità slovena di Trieste. A cento anni da quando è stato attaccato e dato alle fiamme da parte di gruppi fascisti e nazionalisti italiani, il Narodni Dom sarà restituito alla minoranza slovena. Il Presidente Mattarella ed io assisteremo alla solenne firma del documento che rimedierà alla storica ingiustizia subita dagli sloveni in ltalia. Si trana di un evento storico che il mio amico e Presidente

Sergio Mattarella ed io ci impegniamo a realizzare da diversi anni. Il popolo sloveno e il popolo italiano condividono uno spazio comune e sono legati da una storia spesso traumatica che ha inflitto una ferita profonda ad entrambe le nazioni. Il fascismo e i suoi crimini hanno colpito in modo particolare gli sloveni. La restituzione del Narodni Dom è una riparazione a un’ingiustizia, ma è innanzitutto un gesto che dimostra i buoni rapporti di vicinato e la riconciliazione fra i due popoli nello spirito dei valori europei.

Prima della cerimonia principale, il Presidente Mattarella ed io deporremo delle corone di fiori al monumento agli eroi di Basovizza e al monumento della Foiba di Basovizza.

Con questa espressione congiunta di omaggio, vogliamo inaugurare un nuovo capitolo del futuro comune degli sloveni e degli italiani nello spirito europeo di rispetto reciproco, cooperazione e convivenza. Il fatto che questa sarà la prima visita congiunta dei due presidenti ai monumenti è di particolare importanza quest’anno, in quanto vi ricorrono altri importanti anniversari di eventi tragici che hanno segnato entrambi i popoli e il mondo intero. Sono trascorsi cento anni  dall’incendio del Narodni Dom, novanta anni dalla fucilazione degli eroi di Basovizza, che sono stati le prime vittime del fascismo in Europa, e settantacinque anni dalla fine della seconda guerra mondiale.

Il Presidente Mattarella ed io abbiamo preso la decisione di visitare i monumenti di Basovizza dopo aver considerato con particolare attenzione e rispetto i sentimenti sia dei parenti dei defunti, sia dei cittadini di entrambe le nazioni. Mi rendo conto che i sentimenti di dolore e divisione sono ancora molto forti, ma nonostante ciò sono convinto che i desideri umani di armonia e amicizia lo siano ancora di più.

A tale riguardo condivido lo spirito della relazione congiunta della Commissione storico-culturale italo-slovena, in cui gli esperti di entrambi i paesi concordano che le relazioni tra i due popoli in passato erano traumatiche e turbolente, sottolineando però il bisogno di assicurare che i conflitti storici non finiscano per pesare sul futuro. In occasione del 20′ anniversario della pubblicazione della relazione da parte degli storici italiani e sloveni, rappresentanti delle autorità e del pubblico di entrambi i paesi siamo tenuti a rispettare le conclusioni in essa riportate, in quanto la relazione è stata preparata congiuntamente proprio a tale scopo.

Oggi onorerò lo scrittore e umanista Boris Pahor con la più alta decorazione della Repubblica di Slovenia. Anche il Presidente Mattarella gli conferirà la più alta onorificenza italiana. Con il suo lavoro, realizzato nel corso di una vita lunga e feconda, Boris Pahor simboleggia la lotta per la libertà, la democrazia, la comprensione a livello europeo e la giustizia storica.

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