Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
Bivacco Bianchi Anello Val Alba e Salita Monte Chiavals

Anello Val Alba Salita Monte Chiavals

Tempo Lettura: 5 min

Se sei arrivato a questa pagina, forse stai cercando un Anello in Val Alba in abbinamento alla salita al Monte Chiavals. Ebbene sì, devo ammetterlo, anch’io, non ne ero a conoscenza fino ad un paio di mesi fa. Di primavere ne ho quasi 49, e di vette, anelli, valli, in Friuli Venezia Giulia, ne ho esplorati davvero tanti, pensavo proprio tutti. Invece…

Anello Val Alba e Salita Monte Chiavals

Invece, la vita mi ha insegnato che è giusto non avere assolute certezze, le sorprese sono sempre dietro l’angolo; fortunatamente positive, almeno in questo caso. Sono iscritto, da un pò, al gruppo Facebook “Gli Amanti della Montagna Friulana“. Rimasi incuriosito da foto bellissime postate da più di qualche “affiliato alla cosca escursionistica”, tac l’illuminazione: Riserva Naturale Regionale della Val Alba. E dove sta questa benedetta Val Alba, già il nome mi incuriosiva non poco.

Cosa desiderare di meglio di un’Alba dopo lo clausura Covid e lo smarronamento derivante? Leggo che due “camosci friulani” vogliono fare un percorso lunedì 1° giugno. Faccio ponte anch’io, mi unisco su telegram e ci accordiamo di trovarci alle 8 a Moggio Udinese e poi se ci si trova si va, altrimenti “amici come prima”. Mi sveglio all’alba e trovo i due giovani nel bar aperto nella piazzetta del paese. Breve presentazione, caffettino di ordinanza, e saliamo con due autovetture in Val Alba. Andrea e Simone, conoscono le strade, i bivi e dopo una ventina di minuti siamo già al parcheggio.

Partenza nella Faggeta

Ci sono posti liberi negli stalli quest’oggi, mi riferiscono non sia sempre così, specie nel fine settimana. Inforcare gli scarponi e zaini in spalla. S parte. Che figata, discesa e subito immersi in un bosco di faggi paradisiaco. Massi erratici e un letto di foglie da calpestare. Canto di uccelli e fruscio del vento. Il fresco dell’ombra e i rumori del bosco. Somma beatitudine. Quanto mi è mancato questo mondo. Si arriva presto al guado del Rio Alba (completamente a secco oggi) e prendiamo la direzione Bivacco Bianchi. Il sentiero sale nel bosco abbastanza bruscamente ma sempre ottimamente segnato. Dopo un’oretta di salita, a circa m. 1500 di altitudine, il faggio lascia spazio ai larici e poi ai pini mughi. Il panorama si apre su tutta la Val Aupa e la Val Fella e, di fronte a noi, maestosa si erge la Creta di Grauzaria e a destra, il Monte Sernio. Il cielo terso regala un mare di azzurro sopra una scorpacciata di verde in tutte le tonalità.

Prima del bivacco, ci fermiamo alla cengia della Madonnina. Fa un pò impressione, ma in realtà è veramente bella larga e anche se non ci sono cavi per assicurarsi, non c’è davvero alcun problema per attraversarla. Ancora un centinaio di metri di dislivello e si arriva al Bivacco Bianchi dove siamo accolti da un’esplosione di fioriture di genziane, genzianelle, botton d’oro e papavero di monte. Il bivacco è aperto, incrociamo un personaggio con la sua Teresa (la cagna); di Trieste il tipo. Dice di aver dormito in bivacco assieme ad altre cinque persone. Si beve e si mangia qualcosa, la nostra meta è lassù e bisogna andare a “prendersela”.

La Salita al Monte Chiavals

Ci alziamo piano e, man mano, il bivacco diventa sempre più piccolo all’orizzonte. Che bellezza questo luogo. E che panorama. E che pace. Tutto così autentico, come solo la vera montagna riesce a trasmettere. Il monte Crostis e il lato sud del Zuc del Bor onnipresente nella sua maestosità. Il Chiavals non è una passeggiata, anzi. Ci facciamo spazio tra pini mughi, Simone è davanti a tutti, mentre Andrea, fortunatamente, arranca e non mi fa fare brutta figura. Ci sono dei tratti un pò complicati, ma dopo mezz’ora di smadonnamenti, si arriva ad un pianoro e poi, dopo un passaggio esposto, in cresta. Il più è fatto ormai, e su roccette, siamo presto in cima.

Passiamo una coppia di Udine che è salita dal Bianchi e ci fermiamo con loro in vetta. Si chiacchiera del più e del meno. Riconosciamo uno ad uno i monti intorno a noi. Ci dicono di aver bivaccato al Bianchi e che il triestino russava maledettamente e che non hanno chiuso occhio fino a quasi mattino. In cima, vicino alla croce di fortuna (molto coreografica), incrociamo un ragazzo che invece, per la notte, ha trovato rifugio al Cjasut dal Scior. Il panorama è straordinario e spazia sulle alpi Giulie (Canin e Montasio), sul Zuc dal Bor (impressionante gli orridi strapiombanti) e Cozzarel, Pisimoni, Val Aupa e le Crete di Gleris (Sette Punte) e verso le Alpi Carniche, il monte Cavallo di Pontebba, lo Zermula ecc..

Tira un vento della Madonna, foto di rito e si decide di scendere lungo il versante ovest del Chiavals. Il terreno è abbastanza instabile e bisogna porre la massima cautela. Nulla di esposto però la prudenza è d’obbligo. E’ necessario porre sempre l’occhio sul segnavia giallo rosso che punta a destra e poi scende verso uno spallone che coincide con il punto di incrocio del sentiero 425 che sale dal Bivacco Bianchi.

Alta via CAI di Moggio e sentiero 425

Finalmente si arriva sul sentiero 425 e ci si apre alla vista, l’anfiteatro delle Crete di Gleris. Meraviglia delle meraviglie. La montagna cosa ti regala… Il sentiero scende regolare e non ci sono tratti particolarmente difficili. Si passano alcune forcelle, dove troviamo ancora delle lingue di neve, facilmente aggirabili. Quanto è vario questo anello della Val Alba, lo confesso, uno dei più intriganti che abbia mai percorso in vita mia. Il sentiero sale ad un certo punto per poi ridiscendere oltre la forcella della Pecora. Comincio ad essere un pò stanco, anzi molto e così decido di lasciare andare i due giovani compari che proseguono verso Creta dei Rusei. Sarebbe davvero troppo per le mie gambe non allenate. Ci salutiamo e li ringrazio con la promessa di ritrovarci, se avranno piacere, per altre uscite.

Resti della Grande Guerra

Mi fermo per un panino ai ruderi di un ricovero militare della Prima Guerra Mondiale. Prendo fiato, chiamo casa e mi godo un pò il sole (“non gò copà nisun dio bono!!”) … Raccolgo le mie quattro ossa e decido di seguire un sentiero che scende, come scorciatoia, verso i resti del Ospedale Militare. Il sentiero è ripido, ma immerso in un ambiente davvero straordinario di severa e austera bellezza. Camminare da soli, sentire il respiro e i sassi che si muovono sotto di me. Questo mi trasmette un senso di libertà e di infinito. In alto, alcuni rapaci girano intorno. Avvoltoi o aquile, non vorranno mica pasteggiare con il mio cadavere? Scendo, il sentiero è segnato con dei bollini celesti. Devo prestare la massima attenzione a non perdere la traccia. Primule di montagna in fiore e roccia bianca calcarea accecante. Fa un pò caldo, mi disseto. Le gambe mi fanno male. Per la discesa, dovrei cambiare i freni a disco o le pastiglie dei miei ginocchi…

Arrivo ad un traverso e finalmente mi infilo in un bosco di faggi. Di nuovo le foglie dopo tanta pietra e calcare. Scendo a zig zag tra gli alberi e giungo ai resti dell’Ospedale militare. Ammiro la costruzione e i dettagli di pietra che contornano finestre e porte. Quanta cura artigiana avevano i nostri alpini nella Prima Guerra Mondiale. Decido di continuare la discesa per la strada anzichè tagliare per sentiero. Mi godo il silenzio e la natura tutt’intorno. Mi fermo un attimo alle sorgenti del Rio Alba e poi risalgo un attimo al Rifugio Vualt che trovo chiuso. In dolce saliscendi, ritorno al parcheggio…

L’Anello in Val Alba e la Salita al Monte Chiavals mi sono piaciuti davvero tantissimo e penso che, se ci sarà l’occasione, ci tornerò davvero volentieri. Mi piacerebbe salire al Monte Vualt e magari alla Creta dei Rusei per completare il giro, chissà, per oggi però ho dato proprio tutto e non c’è cosa più bella e appagante di questo. Alla prossima e Buone camminate a tutti !!!


Total distance: 11155 m
Max elevation: 2098 m
Total climbing: 1372 m
Total time: 05:15:19
Download file: val alba.gpx

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