Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
Trieste dal Molo Audace

Trieste in Bicicletta

Tempo Lettura: 4 min

Si pensa spesso, tante volte a ragione, che una grande città non sia a portata degli amanti delle due ruote, Trieste in Bicicletta invece è possibile, anzi è un’esperienza da condividere e ripetere. L’unicità del capoluogo giuliano è quello di avere mare e monti (Carso) praticamente a distanza di due chilometri, e quindi è relativamente facile godersi mezza giornata di sole a Barcola per poi finire la giornata a fare trekking sull’altopiano o viceversa…

Pierluigi e Matteo

Primo pomeriggio del 16 ottobre 2019. Trieste ha appena salutato Pierluigi e Matteo e li ha accompagnati nel loro ultimo viaggio… Nelle parole toccanti e commoventi del questore Giuseppe Petronzi (grande persona) dette con il profondo del suo cuore, e che mi hanno fatto piangere… L’ultimo viaggio della loro Volante 2, che resterà sempre la loro, dei nostri muloni-angeli, figli delle stelle. Sono riusciti ad unire una città che è per certi versi scontrosa e difficile, anche perchè mai banale nell’esternare le emozioni. Ero passato domenica a scrivere qualche parola nel libro della questura, dove continuo è stato l’abbraccio dei triestini e non…

Dal ciglione della Napoleonica fino all’entroterra

Con il cuore ancora gonfio di tristezza, dopo pranzo ho pensato di cercare il modo per scoprire Trieste in bicicletta. Lascio l’auto a Prosecco e mi affaccio sul balcone naturale che domina il golfo. La strada vicentina o napoleonica non è affollata come sempre. C’è qualche persona che arrampica sulle pareti del ciglione carsico e altri che camminano in gruppo o in solitaria, per godersi il sole di ottobre. La salita è lieve e dopo una diecina di minuti di strada bianca ben battuta, arrivo sotto l’obelisco nei pressi di Opicina. A questo punto non so che fare. Scendo ? ci sono tre strade che mi invitano a farlo… Decido invece di esplorare un pò di Carso triestino e quindi imbocco una strada forestale che diventa presto sentiero e che, in falsopiano, mi porta a Banne. Quasi sempre su carrareccia o sentiero proseguo poi fino ad arrivare a Trebiciano, Gropada e Trebiciano.

La Nave Elettra

Mi piacciono questi borghi carsici. Le case in pietra, i ballatoi, i meravigliosi portoni di ingresso. Luoghi di Osmizze che aggregano comitive di triestini vocianti e chiassosi sotto pergole di terrano e vitovska. Oggi non è giornata invece e anche in altopiano, si respira un religioso e ossequioso silenzio. A Padriciano seguo le indicazioni per Area di Ricerca. Non ci sono mai stato e voglio vedere com’è… Vedo spuntare una prua di una nave. Scopro che si tratta dei resti della nave Elettra di Guglielmo Marconi. Proseguo e trovo un interessante monumento dedicato al tempo. Scatto qualche foto e poi rimonto in sella e mi rituffo nel Carso triestino. E’ molto più verde del Carso che conosco meglio, ovvero quello goriziano. Non ci sono resti di trincee della Grande Guerra, perchè qui, oltre il monte Hermada, non si è combattuto. Però devo ammettere che è stupendo immergersi in questa natura, incontaminata e selvaggia. Giungo infine al Sincrotrone di Trieste, centro all’avanguardia della ricerca internazionale.

La ciclo-pedonale Giordano Cottur

Dopo circa 18 KM di tragitto, arrivo a Basovizza. Non faccio visita alla foiba perchè l’umore è già abbastanza sul “triste-andante” e seguo invece le indicazioni per una fantomatica pista ciclopedonale. Arrivo a Draga Sant’Elia dove scendo per il sentiero delle salamandre e poi imbocco in discesa la ciclo pedonale dedicata a Cottur. Finalmente discesa, dolce, rilassante, posso dimenticare anche di dover pedalare… Che bellezza… La val Rosandra da una prospettiva diversa e mai vista… Sapevo che c’era questa pista sulla vecchia ferrovia che, fino al 1959, univa la stazione di Campo Marzio a Erpelle ora Hreplje in Slovenia. Scendo piano per godermela tutta e mi fermo ogni tanto per scattare qualche foto… Incrocio tanti ciclisti e camminatori… Immancabili i vecchietti con i cani al guinzaglio, “Furio e Marietta”… Sotto la sopraelevata mi fermo per leggere un aforisma tipicamente triestino che tradotto direbbe : “Cosa occorre correre, quando non serve correre? Però … non smettere di camminare”



Sulle Rive fino al Molo Audace

Anche le belle cose purtroppo finiscono e a San Giacomo la ciclabile si spegne fin dentro la città. Scendo a Campi Elisi per un vecchio ripidissimo tratturo (qua li chiamano i clanz) e mi trovo per un pò in mezzo al traffico… Cinque minuti e sono già sulle Rive… Mi fermo a prendere il sole un pò sul Molo Audace… La vista è oscurata dalla sagoma infinita della nuova nata dei cantieri di Monfalcone. La Sky Princess è veramente enorme, riempie tutto il bacino difronte al molo… Mamma mia che differenza con la mia Kross o anche con Alice, il pesce fatto con la plastica recuperata in mare, in occasione della Barcolana 50+1 appena conclusa. Ma si sa che è molto più facile e naturale arrivare per mare anzichè in Bicicletta a Trieste.



La “Scala Santa”

Devo decidere su come risalire a Opicina oppure a Prosecco. Guardo Oruxmaps e vedo che c’è una strada che va su dritta fino all’obelisco. OK, andemo ciò, vediamo però se riesco a trovarla… Costeggio il Porto Vecchio, la Stazione dei treni e arrivo in breve nel quartiere di Roiano. Chiedo ad un “mulo” fuori da un bar, dove parte la strada per l’obelisco. Mi risponde “Cos te cerchi, forsi la scala santa? Te son mato ciò? Varda sè apena oltre la fermata del bus a destra, ma varda che te ghe lassi le scusse se non te son alenado…”. Lo ringrazio, anche se tra me e me, penso, “solito triestin bontempon”… Passo la fermata e leggo sull’angolo la tabella “Strada della Scala Santa“, ok sono giusto!!!

La Rampigada

Madonna, il triestino baffone, aveva ragione… che rampe… avanzo con il rapporto più facile e mi auto impongo di non mettere mai giù il piede… è una salita che non conosco e quindi, gioco al risparmio… Certo che è veramente micidiale, mentre smadonno realizzo che forse è pure peggio della salita di Brestovica , del Sabotino o di Monte Santo… Con il senno di poi, credo, senza forse, che siano stati i due kilometri più tosti che abbia mai percorso in bicicletta, almeno su asfalto… anche se non è asfalto ma lastricato / pavè… La soddisfazione di averla fatta (anche se in 24′) però è impagabile… Una volta tornato a casa scoprirò che, la Scala Santa, ogni anno diventa teatro di una spiritosa iniziativa, ennesima prova del “morbin triestin”… La rampigada santa… Quasi quasi il prossimo, partecipo, magari vestito in maschera o chissà…


Di nuovo a Prosecco (senza bollicine)

Chiudo il cerchio e dall’Obelisco in dolce discesa, ritorno a Prosecco (San Nazario) dove recupero il mio macinino… Trieste in bicicletta, mi è davvero piaciuta. Pomeriggio davvero ben speso, alla scoperta di luoghi che non conoscevo e che sicuramente rivisiterò presto in compagnia…

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Total distance: 45897 m
Max elevation: 419 m
Total climbing: 1602 m
Total time: 03:17:24
Download file: trieste.gpx

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