Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…

Franz Conrad di Lawrence Sondhaus

Franz Conrad di Lawrence Sondhaus

Franz Conrad di Lawrence Sondhaus von Hötzendorf (1852-1925) fu indubbiamente la figura di spicco e con più spessore nell’esercito Imperial Regio (K. u K. Armee) durante la Prima Guerra Mondiale. Capo di Stato Maggiore dal novembre 1906 al 1° marzo 1917, ebbe enormi responsabilità sul tracollo militare e la disintegrazione dell’Impero asburgico. Franz Conrad von Hötzendorf – L’Anti Cadorna, è una interessante biografia dello storico americano Lawrence Sondhaus, pubblicata dalla Libreria Editrice Gorizia – LEG.

Generale Franz Graf Conrad von Hotzendorf, c.1916 (olio su tela) by Nedomansky Studio, Vienna (fl.1914-18); Museo della Guerra di Rovereto, Trento, Italy; (add. info.: (1852-1925)
Generale Franz Graf Conrad von Hotzendorf, c.1916 (olio su tela) by Nedomansky Studio, Vienna (fl.1914-18); Museo della Guerra di Rovereto, Trento, Italy; (add. info.: (1852-1925)

I primi passi

Attraverso la vita del Feldmaresciallo, si approfondiscono le vicende storiche che lo hanno visto protagonista indiscusso per vari decenni tra 19° e 20° secolo. Conrad, militare quasi per caso, da giovane con ambizioni di artista, rivestì, praticamente, tutti i ruoli nell’esercito. Notevole importanza, ebbero le figure femminili nella sua vita. Sua madre Barbara per il rigore impartitogli fin da bambino. Sua sorella per la passione per l’apprendimento delle lingue. E sua moglie Vilma Le Beau e, dopo la prematura morte di quest’ultima, l’amata Gina Reininghaus.

Disse di sua moglie “Tutto dipendeva da questa donna con tutta la passione del cuore e della mente, l’intera armonia della mia esistenza, tutto ciò per cui avevo lottato, ogni mio interesse, ruotava attorno a lei”.

Con l’amante invece visse una lunga e tormentata storia d’amore, che destò scandalo nell’Austria profondamente cattolica di quegli anni.

La religione

A proposito di cattolicesimo, mai trovò rifugio nella religione. Diceva che

“La maggioranza della gente ha bisogno di “queste cose”; per molti la religione è una forma di narcosi paragonabile alla morfina”

Questo atteggiamento profondamente ateo, non suscitò mai entusiasmo nell’allora imperatore Francesco Giuseppe e nell’erede al trono arciduca Francesco Ferdinando e nemmeno nel’Arciduca Federico e nell’imperatore Carlo I.

Lotta darwiniana tra le nazioni

Durante la sua lunga carriera militare, approdò ad una visione del mondo edificata su base darwiniane. La lotta tra le nazioni e le nazionalità appariva allo stesso tempo naturale e necessaria. Credeva fermamente che, le condizioni innaturali, non sono durature e le mezze misure conducono sempre al fallimento. Divenne consapevole molto presto che la Duplice Monarchia “Austria Ungheria”, non sarebbe stata in grado di bloccare le spinte autonomiste slave e difficilmente sarebbe sopravvissuta. Sebbene, vivere assieme ad altri commilitoni provenienti dalle più disparate parti dell’ex monarchia ed appartenenti a nazionalità diverse aveva contribuito in notevole misura a rafforzare in lui la teoria che sosteneva la necessità di un impero unitario

Conoscere le lingue

Anche per questo, fu sempre spinto da una inesauribile sete di conoscenza, all’apprendimento di sempre nuove lingue.

Conoscere una lingua gli consentiva di avvicinarsi alla mentalità di un altro popolo. Il che, non significava nutrire un sentimento di affinità nei suoi confronti o maturare la speranza di un’armonia multiculturale.  Per Conrad lo studio di una lingua era, fondamentalmente, un processo che portava a mettere in luce le differenze di pensiero tra i vari popoli e quindi a rimarcare l’inevitabilità dei conflitti.

In verità all’interno dell’esercito,  lo studio delle lingue da parte degli ufficiali costituiva elemento di coesione. A tal fine, quando divenne Capo dello Stato Maggiore, emanò nuove disposizioni in base alle quali veniva riconosciuto lo status di lingua reggimentale ad ogni idioma parlato almeno dal 20% degli appartenenti allo stesso reggimento. Il tedesco, invece, venne sempre utilizzato quale lingua di comando con una ottantina di parole necessarie per impartire gli ordini di movimento e fuoco.

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La vista di morti e feriti lo lasciò sempre completamente indifferente. La sua era una recondita convinzione della  implacabilità della lotta per l’esistenza.  Asseriva sempre che, in guerra, si deve imparare e mettere da parte ogni sentimentalismo.

In famiglia

In famiglia, Conrad trattò i figli alla stessa stregua di reggimenti in miniatura. Il figlio maggiore Kurt, ricordava che la loro vita quotidiana era scandita dalla scuola,  dai  compiti e dalle  faccende domestiche. Tutto si svolgeva nell’osservanza di una rigida disciplina militare. Conrad ripose le proprie ambizioni,  in particolare, sul primogenito. Allo stesso modo in cui rifiutò di sottoporre a punizioni corporali i suoi soldati,  non picchiò mai i figli. Fatto piuttosto raro a quei tempi. Il primogenito osservò che l’alternativa era però assai peggiore. “Quando portavamo a casa dei brutti voti, mio padre non voleva vederci ed il suo silenzio ci terrorizzava più delle potenziali percosse.

Guerra preventiva

Già dal 1907, era sempre stato convinto della necessità di una guerra preventiva contro l’Italia (l’alleato di cui mai si fidò, avendone, poi , dopo il conclamato tradimento, pienamente ragione) e contro la Serbia.

Solo con l’assassinio di Sarajevo, avvenuto, non casualmente, nel giorno di San Vito (28 giugno 1914), potè prendersi una rivincita morale. Su tutti quanti nelle stanze imperiali, lo avevano sempre frenato nei suoi bellicosi propositi.

Nel libro vengono narrate, con dovizia di particolari, le vicende storiche. L’entrata in guerra sul fronte balcanico. L’alleanza con la Germania. Gli accordi con i capi militari germanici, Moltke e poi von Falkenhayn. L’apertura del fronte orientale galiziano, contro la Russia. E poi il “tanto atteso” tradimento italiano con l’apertura di un nuovo fronte a sud delle Alpi e sull’Isonzo.  E finalmente la tanto invocata Strafexpedition (Spedizione Punitiva austriaca nel Trentino).

Responsabilità del disastro

Conrad ebbe, al pari di Cadorna in parte italiana, responsabilità infinite sull’ecatombe umana che si verificò nella Prima Guerra Mondiale. Ma, nonostante ciò, in Austria fu sempre considerato il più grande militare della storia dai tempi del Principe Eugenio. Solo dagli anni Duemila, c’è stato un processo di sano revisionismo storico che ha riconsiderato diversamente il tutto. E’ notizia di qualche anno fa, che a Graz si volle togliere il suo nome da una via importante del capoluogo stiriano. Franz Conrad von Hötzendorf – L’Anti Cadorna, è a mio modo di vedere quindi, un libro di importanza storica notevole. Una biografia di un personaggio storico che ha contribuito, come nessun altro, all’esplosione del primo conflitto mondiale.

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