Percorsi in bicicletta tra Collio, Carso ed Isonzo… sui luoghi della Grande Guerra nella provincia di Gorizia…
A Gorizia il 9 agosto 1916. La Cavalleria italiana in corso Francesco Giuseppe

Rudyard Kipling Gorizia

Rudyard Kipling Gorizia


Scendemmo dal Podgora a Gorizia, per una strada costruita in modo anche più stupefacente dell’altra che avevamo già percorso. Era fatta come il declivio di un toboggan, ma arginata così sapientemente a tutte le sue voltate, che i veicoli — se fosse stato loro permesso — avrebbero potuto scivolarvi già da loro stessi. Al nostro ingresso in città si stavano eseguendo riparazioni a Gorizia. Gli Austriaci si esercitano su di essa coi loro pezzi pesanti — talvolta perfino con quelli da 305 ed i loro tiri sono eseguiti metodicamente e lentamente, da località assai lontane di mezzo agli alti monti. Cercai una sola casa che non mostrasse la consueta facciata bucherellata; ma mi fu ben difficile trovarla. I cannoni arrivano dovunque. L’aria non circolava in quella conca silenziosa, dove giace la città; appena si sentiva un lieve sussurro tra i rami degli ippocastani, elevantisi a cuspide. Teorie di soldati marciavano verso le loro trincee, situate in alto sui fianchi del monte più lontano ed il calpestio dei loro passi echeggiava fra gli alti muri di cinta dei giardini, dove, fra i grappoli di glicini in pieno rigoglio, passavano i fili telegrafici e telefonici del servizio militare. Vi erano nella città alcune centinaia di borghesi, che non ritenevano ancora opportuno di allontanarsi, perchè in questi frangenti l’Italiano è tenace quanto il Francese. Sulla piazza principale, dove le facciate delle case hanno maggiormente sofferto a causa del tiro nemico e dove l’alto fanale di luce elettrica si è piegato al suolo, io vidi una fanciulla, sulla porta di un negozio, contrattare l’acquisto di alcuni bottoni sopra un cartoncino; le mani, gli occhi e i gesti suoi apparivano stranamente concitati, mentre il venditore non era di lei meno intento alla discussione. Vivere sotto l’incubo di essere continuamente spiato dall’alto e di aver sempre, per così dire, delle bocche invisibili che vi soffiano sulla nuca deve essere, dopo tutto, meno insopportabile di quello che si creda!



Un po’ più tardi, in un giardino pieno di giaggioli, mi fu raccontato in confidenza, da alcune signore inglesi, che possedevano il macchinario per applicazioni radiotelegrafiche ed un paio di automobili crivellate da schegge di shrapnells, che ad esse era stato permesso — allorquando si sarebbe effettuata la nuova avanzata — di recarsi nella città di Gorizia, in una bella camera sotterranea, abbastanza protetta dallo scoppio delle granate, che tanto sconcerta i feriti e tanto scuote l’apparecchio radiotelegrafico; e — dicevano esse — «non vi pare che ciò sia assai gentile da parte delle autorità?».

Podgora Podgora – I cannoni che aspettano sulle vette

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